BENI COMUNI E/O FONDAZIONI

Una commissione popolare sui beni comuni per preparare il contrattacco dal basso e contrastare l’appropriazione privata

L'8 giugno 2021 nasce la Commissione popolare.
Perché e come partecipare - da subito.

redazione Trancemedia.eu

La Rete Nazionale dei Beni Comuni Emergenti e ad Uso Civico apre un dibattito nazionale per la legge sui beni comuni, mirato alla costituzione di una Commissione popolare per la legge sui beni comuni, che assicuri una discussione pubblica, condivisa e plurale.

Nell’invito si nota che all’esame del Parlamento vi sono, per il momento, quattro testi, tutti di iniziativa parlamentare. L’iter costituzionale prevede una discussione in Commissione parlamentare, che dovrà elaborare un testo “coordinato” tra tutte le proposte depositate per sottoporlo all’approvazione da parte delle Camere. Mai come nel discorso sui commons il contenitore è contenuto: il limite procedurale delle precedenti proposte è stato quello di essere esito di processi limitati alla partecipazione di pochi accademici. È un approccio incompatibile con le intelligenze teoriche e pratiche che invece sono il corpo vivo e pensante degli avanzamenti giuridici in tema di beni comuni, originatori di proposte referendarie e legislative, delibere, regolamenti e atti amministrativi in tutto il territorio.

Siti di riferimento (in nuova scheda)

Il sito di riferimento per questa discussione aperta è https://www.commissionepopolarebenicomuni.it/ ove si può leggere l’appello pubblicato il 15 maggio, che prepara un incontro nazionale per l’8 giugno 2021.

Anche MACAO di Milano ha aderito all’iniziativa che sta realizzando una piena dimensione nazionale.

Alle realtà interessate, la rete propone una bozza di vademecum sulle modalità partecipative e decisionali, inclusi strumenti di autoriflessione, con lo scopo di definire un metodo coerente con le finalità, ovvero sempre più orizzontale e inclusivo – anche per chi è timid*!

Trancemedia.eu cercherà di fornire aggiornamenti essenziali sul dibattito se-e-come promuovere la socializzazione e avversare la privatizzazione dei beni comuni. Continuiamo il percorso informativo dai precedenti articoli (vedi a lato e sotto, in nuove schede) sulle opposte visioni che hanno guidato, rispettivamente, le esperienze di Napoli e della Torino dopo-Cavallerizza.
Nella loro contrapposizione di fatto e di diritto Trancemedia.eu percepisce una contesa del più alto valore giuridico, politico e di governo. I beni comuni, una volta riconosciuti come tali, possono essere privatizzati? Dapprima si sono levati cori di sì-purché: sì, purché le proprietà siano non-profit, etiche e tutto. Poi sono arrivate le fondazioni bancarie.

 

 

17 maggio 2021